Dodici maschere cupe, tristi, sottomesse, accompagnate da penetranti strepiti di campanacci, marciano ordinate in due file, con passo cadenzato, in un alone di profonda malinconia. Su di loro vigilano solennemente otto figure severe, inclementi, dal sorriso enigmatico, o forse sardonico, registi ombrosi di una danza rituale terribilmente misteriosa e maledettamente seducente. Li chiamano […]
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